Disciplina cinofilo-sportiva che vede uomo e cane impegnati e coinvolti sia dal punto fisico che da quello emotivo. Il cane affronta una gara ad ostacoli (ispirata al concorso ippico) disposti in modo da formare percorsi diversi e di varia difficoltà. Il percorso deve essere compiuto entro il tempo fissato dal giudice all'inizio della gara e possibilmente senza penalità (abbattimento di ostacoli, rifiuti etc...).
Questa disciplina, che abbina cane e conduttore, precisione e velocità, spettacolo e tecnica, vede impegnati e valorizzati l'agilità e la capacità di apprendimento dell'animale. Dietro ad un percorso che si brucia in poche decine di secondi, c’è una preparazione meticolosa del binomio uomo cane. Tutto è frutto di un costante addestramento ed allenamento che ha come base una perfetta rispondenza del cane all’obbedienza, un lavoro svolto senza costrizioni, naturalmente gioioso e pieno di stimoli. E’peculiarità dell’Agility che nell’addestramento si fa ricorso solo a “rinforzi positivi” (premio) e a “rinforzi negativi” (negazione del premio), ma assolutamente mai alle punizioni.
Per quanto riguarda il conduttore, l'Agility è un misto di velocità, concentrazione, precisione e comunicazione sia gestuale che vocale: neanche il cane più allenato ed esperto di Agility otterrà risultati se chi lo conduce non riesce a trasmettergli con tempestività e chiarezza i messaggi che lo portino a concludere il percorso.
Riguardo il cane è invece richiesta grande docilità per amarci intensamente, grande intelligenza per imparare facilmente tutto quello che gli insegniamo e grande equilibrio per non essere vittima del panico durante le competizioni. Sono le stesse doti che deve avere il cane ideale destinato a vivere al nostro fianco, con noi e con i nostri famigliari.
Innumerevoli sono gli aspetti positivi: l'impostazione di una stretta simbiosi cane-conduttore; lo spirito di collaborazione, di amicizia e di allegria; la grande varietà delle razze, pure e non, che la possono praticare; la possibilità di svolgerla alle stesse condizioni sia dagli uomini che dalle donne, dagli anziani e dai bambini.
Anomalia dell’Agility è che dal punto di vista cinofilo non è zootecnia ma solo competizione fine a se stessa. Il Campione di Agility non viene usato come riproduttore per trasmettere alla sua progenie il suo alto quoziente d’intelligenza e le sue magnifiche doti caratteriali. Mai come in questa disciplina conta il binomio, la bravura del cane è inscindibile dalla bravura del padrone. I campioni sono due.
Agility, sport divertente sia per il conduttore che per il cane, assume per quest’ultimo una valenza educativa e ne facilita l’integrazione sociale (l’Agility è una disciplina spesso usata per terapie di cani con problematiche comportamentali e caratteriali).
Praticare questa disciplina è una occasione di svago tanto per il cane quanto per l'uomo, che non lascia spazio alla violenza, alla coercizione e all'aggressività. Si ritiene utile, a riguardo, citare poche righe tratte da “Il cane il migliore amico dell’uomo? Dipende” di Luigi Polverini:
“...risulta evidente che l’utilizzo dei collari che per loro natura provocano dolore (strangolo) e vengono utilizzati con la filosofia della cessazione della punizione fisica a fronte dell’azione o del comportamento richiesto non può essere accettata da chi, vedendo il cane come un compagno di percorso, è d’accordo con la visione cognitiva. Costringere l’altro a fare delle cose è eticamente da condannare e deve essere condannato da tutti quelli che pensano che la diversità sia un valore e non un
handicap.” L'Agility è lavorare in positivo.
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